Quando nel 1914 scoppiò la prima guerra mondiale, l’opinione pubblica italiana era divisa tra interventisti, favorevoli a un intervento dell’Italia in guerra e neutralisti, non favorevoli. Ungaretti partecipò alla campagna interventista, egli credeva ingenuamente nella guerra e nelle possibilità di una vittoria nazionale e popolare, ma poiché per qualche mese gli interventisti hanno rappresentato una minoranza in Italia e nel Parlamento italiano, durante una di queste campagne è stato persino arrestato.
Successivamente si arruolerà volontario nel 19º reggimento di fanteria della Brigata "Brescia", quando il 24 maggio il governo Salandra ufficializzò la guerra contro l'Austria-Ungheria, L'Italia entrò ufficialmente in guerra. Tra i molti giovani italiani che furono chiamati alle armi c’era anche Ungaretti che sarebbe poi diventato uno dei maggiori poeti del Novecento.
Se la guerra lascia tracce indelebili nell’ esistenza di chi la vive direttamente o indirettamente, ciò è ancor più vero nell’ anima ipersensibile di un poeta.
Successivamente si arruolerà volontario nel 19º reggimento di fanteria della Brigata "Brescia", quando il 24 maggio il governo Salandra ufficializzò la guerra contro l'Austria-Ungheria, L'Italia entrò ufficialmente in guerra. Tra i molti giovani italiani che furono chiamati alle armi c’era anche Ungaretti che sarebbe poi diventato uno dei maggiori poeti del Novecento.
Se la guerra lascia tracce indelebili nell’ esistenza di chi la vive direttamente o indirettamente, ciò è ancor più vero nell’ anima ipersensibile di un poeta.
Tuttavia, a parte la conquista di Gorizia dell’agosto 1916, gli italiani si sono limitati per circa due anni a una guerra di trincea, interrotta da battaglie molto sanguinose ben 11 combattute sul fiume Isonzo e vissute dallo stesso Ungaretti, ma perfettamente inutili dal punto di vista militare perché hanno lasciato la situazione italiana completamente invariata.
Nella primavera del 1918 dopo aver trascorso quasi due anni sul fronte carsico, la disfatta di Caporetto condusse il reggimento al quale apparteneva in Francia con il II Corpo d'armata italiano del generale Albricci a combattere nella zona di Champagne .
Gli accordi con la Triplice Intesa infatti prevedevano l'invio di un contingente italiano sul fronte occidentale, ad est di Parigi. Al suo rientro a Parigi il 9 novembre 1918, nel suo attico parigino, trovò il suo amico Apollinaire stroncato dalla febbre spagnola.
Al termine della Grande Guerra, il poeta rimase a Parigi dove curò una seconda edizione del "Il Porto Sepolto", intitolata "L'allegria dei naufragi" e stampata a Firenze nel 1919. Alle prime poesie se ne aggiunsero altre, composte tutte nel 1917, tra cui la famosissima "Mattina" (composta da sette sillabe: "M'illumino d'immenso"), scritta a Santa Maria la Longa.
Per Ungaretti le funzioni di una poesia che rappresenta soprattutto il dolore dell’uomo di fronte alla guerra era innanzitutto una funzione conoscitiva: conoscere il mistero della vita e il significato delle cose profonde non attraverso il procedimento razionale di un lungo discorso, ma attraverso la pura intuizione e illuminazione di un attimo. In secondo luogo riscattare e consolare l’uomo dal male attraverso l’illusione che essa offre.
Tutti questi componimenti poetici sono stati riuniti nel 1931 nella raccolta definitiva dal titolo “L’Allegria” Il titolo della raccolta allude alla vitalità che paradossalmente emerge di fronte al pericolo della morte.L’allegria è in questo caso la capacità di trarre una ragione di vivere, un senso positivo dell’esistenza anche di fronte al male della guerra. Se in altri casi (per esempio nel Futurismo o nel Superomismo di D’Annunzio) la guerra era un’occasione per esibire in modo eroico e spettacolare la propria volontà di conquistare il mondo nell'Allegria di Ungaretti essa è l’occasione che spinge il poeta a consolare il proprio io spaventato e isolato dalla realtà ostile della morte, dalla distruzione bellica e dall’indifferenza della natura. Difatti il tema predominante della raccolta è quello della cruda realtà della guerra che pone l’uomo di fronte all’incertezza del proprio destino.
Al tema della guerra è legato quello della speranza, della solidarietà e di Dio. Ungaretti non è ateo, ma in “Risvegli” si chiede che senso abbia Dio in un mondo così governato dal male e si chiede perché gli uomini continuino a desiderarlo quando Egli non può far niente che possa evitare loro tutto quel male.
Nella primavera del 1918 dopo aver trascorso quasi due anni sul fronte carsico, la disfatta di Caporetto condusse il reggimento al quale apparteneva in Francia con il II Corpo d'armata italiano del generale Albricci a combattere nella zona di Champagne .
Gli accordi con la Triplice Intesa infatti prevedevano l'invio di un contingente italiano sul fronte occidentale, ad est di Parigi. Al suo rientro a Parigi il 9 novembre 1918, nel suo attico parigino, trovò il suo amico Apollinaire stroncato dalla febbre spagnola.
Al termine della Grande Guerra, il poeta rimase a Parigi dove curò una seconda edizione del "Il Porto Sepolto", intitolata "L'allegria dei naufragi" e stampata a Firenze nel 1919. Alle prime poesie se ne aggiunsero altre, composte tutte nel 1917, tra cui la famosissima "Mattina" (composta da sette sillabe: "M'illumino d'immenso"), scritta a Santa Maria la Longa.
Per Ungaretti le funzioni di una poesia che rappresenta soprattutto il dolore dell’uomo di fronte alla guerra era innanzitutto una funzione conoscitiva: conoscere il mistero della vita e il significato delle cose profonde non attraverso il procedimento razionale di un lungo discorso, ma attraverso la pura intuizione e illuminazione di un attimo. In secondo luogo riscattare e consolare l’uomo dal male attraverso l’illusione che essa offre.
Tutti questi componimenti poetici sono stati riuniti nel 1931 nella raccolta definitiva dal titolo “L’Allegria” Il titolo della raccolta allude alla vitalità che paradossalmente emerge di fronte al pericolo della morte.L’allegria è in questo caso la capacità di trarre una ragione di vivere, un senso positivo dell’esistenza anche di fronte al male della guerra. Se in altri casi (per esempio nel Futurismo o nel Superomismo di D’Annunzio) la guerra era un’occasione per esibire in modo eroico e spettacolare la propria volontà di conquistare il mondo nell'Allegria di Ungaretti essa è l’occasione che spinge il poeta a consolare il proprio io spaventato e isolato dalla realtà ostile della morte, dalla distruzione bellica e dall’indifferenza della natura. Difatti il tema predominante della raccolta è quello della cruda realtà della guerra che pone l’uomo di fronte all’incertezza del proprio destino.
Al tema della guerra è legato quello della speranza, della solidarietà e di Dio. Ungaretti non è ateo, ma in “Risvegli” si chiede che senso abbia Dio in un mondo così governato dal male e si chiede perché gli uomini continuino a desiderarlo quando Egli non può far niente che possa evitare loro tutto quel male.
UNGARETTI : SOLDATI
Poesia:
Si sta come d'autunno sugli alberi le foglie |
Spiegazione:
I soldati sono come le foglie in autunno. |
Commento:
Anche se la poesia è breve, Ungaretti riesce ad esprimere la condizione di soldato. Egli paragona infatti il soldato ad una foglia d'albero in autunno: basta un colpo di vento per far cadere la foglia, così come basta un colpo di fucile a far cadere il soldato. |
Considerazione personale:
Siamo tutti come delle foglie, non conosciamo il nostro futuro. Abbiamo una solo certezza... la morte. |